Primo premio
Titolo: Il cimitero più grande del mondo
Autore: Emma Tassinari, della classe II E
Motivazione: Racconto toccante, espresso in prima persona, senza retorica, che descrive le aspettative di un bimbo "caricato" su un gommone, lo smarrimento e il disagio vissuti durante la traversata, la convinzione di una conclusione definitiva della sua vita una volta caduto in mare, alla quale si accompagna la speranza che il resto della famiglia possa salvarsi. Non c'è il lieto fine: la famiglia si ricompone in fondo al mare in compagnia di una sorta di "paese degli annegati".
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Secondo premio
Titolo: 2 agosto
Autore: Alessandro Palmanti, della classe III L
Motivazione: E' un racconto in poesia che rievoca la tragedia di un lontano agosto. Il componimento, di rara densità, descrive la calma che vibra di apprensione, la realtà dei gesti più quotidiani nell'attesa del viaggio definitivo. I personaggi anonimi compaiono quasi casualmente, eppure hanno una loro forza dovuta allo sguardo umano dell'Autore.
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Terzo premio
Titolo: Involuzione di specie
Autore: Beatrice Martire, della classe V G
Motivazione: Il racconto ha la forza di rendere con efficacia l'atmosfera di tensione e di costante affascinazione che desta nella protagonista la presenza delle rovine tanto temute dall'intero clan. Il tema e lo stile, fatto di frasi che rendono bene il controllato nervosismo in cui si svolge l'azione, rendono la lettura interessante.
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Menzioni d'onore
Titolo: Non c'è limite all'ego sportivo
Autore: Edoardo Maria Di Mauro, della classe III E
Motivazione: Pare una telecronaca con interessanti riflessioni sul valore del gioco di squadra, che può essere vanificato dall'egocentrismo di chi è, viene considerato, si considera migliore degli altri. La squadra funziona fino a un certo punto, ma in una squadra contano anche le individualità.
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Titolo: Pensieri di un condannato a morte
Autore: Marcello Monetti, della classe II G
Motivazione: Il racconto si sofferma sui pensieri di un ventenne in trincea nella Prima Guerra Mondiale, prima di sferrare l'attacco alla trincea nemica. Emergono amare considerazioni sugli orrori della guerra, sulla vita di stenti e sul sacrificio di tanti soldati, tutti accomunati dall'essere costretti a combattere una guerra spesso non voluta. La storia celebra i grandi condottieri, ma dimentica le sofferenze di chi combatte nelle trincee, e magari riesce a gioire per un temporale che rimanda la battaglia, e forse la morte, di qualche giorno. La scrittura è fluida ed efficace.
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